A cura di Giuseppe Cirillo
Con il patrocinio di: COSME (Centro-osservatorio sul Mezzogiorno d’Europa, Università della Campania; Comitato Scientifico della Rivista Storica Italiana; Istituto Italiano di Storia Moderna e Contemporanea; Casa Editrice Edizioni Scientifiche Italiane; Rivista Storica Italiana.
Il progetto parte alcuni anni prima dell’epidemia di Covid. L’esistenza dell’archivio della Rivista Storica italiana, con sede a Torino, mi fu comunicata da un mio collega e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università della Campania, Pasquale Femia, allievo del prof. Pietro Perlingieri, proprietario della casa editrice ESI.
Come direttore di un istituto interdipartimentale di ricerca, COSME (Centro-
Osservatorio sul Mezzogiorno d’Europa, dell’Università della Campania), avevo vinto alcuni progetti competitivi sulla valorizzazione di importanti archivi storici, per cui espressi il parere favorevole ad un progetto di digitalizzazione e messa in rete su piattaforma digitale dell’Archivio.
Di qui inizia, dopo una convenzione stipulata con la ESI di custodia temporanea per permettere la scannerizzazione, il progetto. L’archivio fu trasportato da Torino a Napoli e affidato al COSME. Questo lo stato dell’arte prima dell’epidemia di Covid 19.
Ad oggi, mediante alcuni contratti di digitalizzazione attribuiti dal COSME, l’Archivio è stato digitalizzato. Le acquisizioni delle immagini sono a norma ICAR (Istituto Centrale degli Archivi), quindi ad alta risoluzione, in previsione di un caricamento delle fonti sulla piattaforma del COSME che è convenzionato con il MIC.
Veniva assegnata, per procedere all’inventario dell’Archivio, una tesi di dottorato ad Angelo Terracciano che doveva produrre l’inventario, ad oggi in fase di ultimazione.
Il completamento del progetto risultava, però, problematico in quanto l’archivio di
Torino partiva, a livello di incartamenti dal 1960 (direzione Venturi), quindi bisognava recuperare le carte pregresse dell’Archivio; inoltre, anche in questo caso bisognava procedere alla stesura degli inventari. Di qui la ricerca delle fonti mancanti che sono custodite presso l’Istituto Italiano per l’età Moderna e Contemporanea. Per questo motivo si contattava il commissario straordinario dell’Istituto – prof. Marcello Verga – e si procedeva ad una convenzione per la scannerizzazione delle fonti.
Anche in questo caso l’archivio veniva scannerizzato e se ne affidava l’inventario al
dott. Angelo Terracciano. Emergeva, però, ad una verifica delle fonti che anche in
questo caso l’Archivio non comprendeva tutte le carte prima della direzione di Venturi, mancava una parte dell’archivio della Rivista relativa alla direzione Chabod. Contattavo il prof Marcone (attuale direttore della RSI) e l’Istituto Chabod di Aosta per cercarne di saperne di più. Poi, grazie alle preziose informazioni che mi venivano fornite da Margherita Angelini che ha curato l’epistolario di Chabod (M. Angelini-D. Grippa, Caro Chabod. La storia, la politica, gli affetti, 1925-1960 , Carocci 2015), anche se non permettevano di recuperare l’archivio della Rivista Storica Italiana durante la direzione Chabod, si apprendeva però che parte di questa corrispondenza è conservata nel fondo dello storico Valdostano dell’Istituto Italiano di Storia Moderna e Contemporanea.
Inoltre occorreva prendere visione e scannerizzare i numeri della RSI per confrontare i saggi, le rassegne e le recensioni approvate e pubblicate, con quelle che erano state censurate o escluse.
Intanto veniva presentato un PRIN, che risultava fra quelli finanziati, nel 2022 sulla
Valorizzazione dell’archivio della RSI.
Del PRIN, che si chiuderà nel 2025, fanno parte cinque unità di ricerca (Università della Campania, capofila del progetto, prof. Giuseppe Cirillo; Università di Catania, prof.ssa Lina Scalisi; Università di Roma3, prof. Manfredi Merluzzi; Università Cattolica di Milano, prof.ssa Cinzia Cremonini; Università di Cagliari, prof.ssa Nicoletta Bazzano).
Il PRIN oltre alla ricostruzione della storiografia della RSI e del suo archivio dalla
nascita fino alla fine della direzione di Franco Venturi, prevede la realizzazione di una piattaforma che ospiterà i numeri della RSI fino agli inizi degli anni Novanta e la parte più rilevante dei tronconi dell’Archivio della RSI.
Per portare a termine il progetto sono state stipulate ulteriori convenzioni con la ESI, con l’Istituto Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea (con il nuovo commissario, prof. Giuseppe Parlato). Altre convenzioni sono state stipulate con le Biblioteche Nazionali di Napoli e di Roma (dove sono stati scannerizzati i numeri della RSI che non erano contenuti nell’Archivio della ESI). Si è ottenuto anche il patrocinio al progetto del comitato scientifico della RSI e del suo direttore, prof. Romualdo Marcone. Altra convenzione è stata stipulata dal COSME con la Direzione generale di Formazione Ricerca ed istituti culturali del MIC, in merito ai volumi che saranno licenziati dal progetto e che saranno ospitati nella Collana-Documenti-monumenti dell’identità europea del COSME-MIC.
È stato nominato un comitato tecnico che si occuperà dei contenuti scientifici della
piattaforma digitale che ospiterà in formato digitale i numeri della RSI e l’Archivio (ne fanno parte il prof. Luigi Mascilli Migliorini, componente del comitato scientifico della RSI, il prof. Giuseppe Cirillo in qualità di direttore del COSME, il prof. Arnaldo
Marcone in qualità di direttore della Rivista Storica italiana, il prof. Giuseppe Parlato, commissario straordinario dell’Istituto italiano per l’Età Moderna e Contemporanea).
Il comitato scientifico del progetto è invece composto dai proff. Giorgio Caravale,
Marcello Verga, Manfredi Merluzzi, Cinzia Cremonini, Lina Scalisi, Nicoletta Bazzano, Aurelio Musi, Antonino De Francesco, Eugenio Di Rienzo, Giulio Sodano, Giampaolo Ferraioli, Maria Anna Noto).
La piattaforma sarà popolata, a partire da giugno 2024, con i volumi della RSI.
I diversi pezzi dell’archivio della RSI saranno messi in rete alla fine del 2015.
A partire dagli inizi del 2026 saranno licenziati in formato digitale ed in cartaceo i
diversi volumi, scaturiti dal PRIN menzionato, nella Collana Documenti-monumenti
dell’identità europea del COSME-MIC.